Giornata ONU per la diversità culturale: Italia portatrice di patrimonio linguistico che abbiamo il dovere di tenere vivo.

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Giornata ONU diversità culturale: celebriamo patrimonio siciliano

Oggi ricorre la “Giornata mondiale per la diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo”. La Giornata è stata istituita dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 2002, in seguito all’adozione da parte dell’UNESCO della Dichiarazione Universale del 2001 sulla Diversità Culturale, al fine di “valorizzare il potenziale della cultura come mezzo per raggiungere prosperità, sviluppo sostenibile e coesistenza pacifica globale”.

In una nota, l’AUCLIS, Associazioni Unite per la Cultura e la Lingua Siciliana, rileva che «nel collegato piano di azione si afferma che “Gli Stati membri si impegnano a (…) incoraggiare la diversità linguistica, nel rispetto della lingua madre, in ogni ambito dell’educazione, dovunque ciò sia possibile, e stimolare l’apprendimento del multilinguismo fin dalla più tenera età”».

«Anche altre convenzioni internazionali – continua l’AUCLIS – sottolineano analoghi principi: tra esse la Convenzione ONU sui Diritti del Fanciullo che evidenzia, all’articolo 29, l’importanza di insegnare al fanciullo il rispetto della propria identità, della propria lingua e dei propri valori culturali».

L’Italia ha firmato e ratificato i sopracitati trattati internazionali diversi anni fa e si è obbligata a darne attuazione. In tale quadro, l’AUCLIS afferma che «L’Italia è portatrice di un patrimonio linguistico di lingue regionali e storiche che abbiamo il dovere di tenere vivo: la Costituzione italiana, agli articoli 6 e 9, indica chiaramente la necessità prioritaria di tutelare il patrimonio linguistico italiano autoctono in quanto parte della storia, della cultura e dell’identità nazionale. Tale patrimonio peraltro è in pericolo di progressiva estinzione in assenza di appositi interventi».

«Ormai è improrogabile – conclude l’AUCLIS – garantire con misure concrete l’effettiva tutela del patrimonio linguistico d’Italia, superando i limiti della legge n° 482 del 1999, che riconosce come lingue autoctone il sardo e il friulano ma non il siciliano, e che si è dimostrata insufficiente per una effettiva tutela di tali valori costituzionali e di respiro internazionale».

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Articoli a cura della redazione di SiciliaLive.eu

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