Ancora un parossismo da parte di “mamma” Etna: altissima la colonna eruttiva che ha raggiunto i 10 km di altezza. Tutte le info dell’INGV.


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Etna, ancora fontane di lava: colonna di fumo alta 10 km

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica che l’attività di fontana di lava da tre bocche al Cratere di Sud-Est sta producendo getti di lava alti 400-500 metri, mentre la colonna eruttiva ha raggiunto un’altezza di 9-10 km sopra il livello del mare. In correzione del comunicato n. 406, la la dispersione della nube eruttiva riguarda il settore Est-Nord-Est del vulcano.

A partire dalle ore 11:00 (ora locale) si osserva un graduale aumento del tremore che si trasforma in un aumento veloce. Attualmente l’ampiezza del tremore è su valori alti con andamento in ulteriore crescita. Le localizzazioni del tremore sono collocate in prossimità del Cratere Sud-Est. L’attività infrasonica è molto alta e localizzata al Cratere di Sud-Est.

Aggiornamento INGV delle 12:42

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica che l’attività esplosiva al Cratere di Sud-Est è in forte diminuzione. Le fontane di lava sono cessate; continua una debole attività stromboliana accompagnata da modeste emissioni di cenere. Si segnala ricaduta di cenere nell’area di Linguaglossa (versante nord-orientale etneo). Il trabocco lavico diretto verso sud-ovest è tuttora alimentato; pare invece in raffreddamento il piccolo flusso lavico presente sul basso fianco sud-orientale del cono prima dell’inizio di questo episodio eruttivo.
 
Alle ore 12:00 l’ampiezza del tremore ha raggiunto il valore massimo ed è cominciata una rapida discesa tuttora in atto. Le localizzazioni permangono in corrispondenza del Cratere di Sud-Est ad una quota di circa 3000 m s.l.m. L’attività infrasonica è elevata e localizzata in corrispondenza del Cratere di Sud-Est.
 
Durante la fase di fontana di lava le stazioni della rete clinometrica hanno registrato modeste variazioni. Non si osservano variazioni significative nei segnali acquisiti dalla rete GNSS.

Scivolamento fianco dell’Etna: la spiegazione di INGV, Unict e UniBo

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