Altre quattro “zone rosse” in Sicilia: ci sono anche Caltanissetta e Scicli
Quattro comuni diventano “zona rossa” in Sicilia. Lo ha sancito il presidente della Regione Nello Musumeci, per contrastare la diffusione del Coronavirus.
Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha istituito quatto nuove zone rosse in Sicilia. Si tratta di Caltanissetta, Palma di Montechiaro, Caltavuturo e Scicli. L’ordinanza entra in vigore il 16 marzo e sarà valida per i successivi 14 giorni, fino al 30 marzo. Il provvedimento, che prevede anche la chiusura delle scuole, è stato richiesto dai sindaci delle due città e si è reso necessario a causa di un repentino aumento dei contagi registrati negli ultimi giorni e certificato dalle rispettive Asp.
Anche Caltavuturo e Scicli zone rosse, Biancavilla resta “arancione” ma scuole chiuse
Anche Caltavuturo, in provincia di Palermo, e Scicli, in provincia di Ragusa, si aggiungono alle “zone rosse” siciliane. Dopo l’ordinanza riguardante Caltanissetta e Palma di Montechiaro, il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha firmato analogo provvedimento che riguarda i due centri e, anche in questo caso, le misure restrittive entreranno in vigore il 16 marzo, e saranno valide per i successivi 14 giorni, fino al 30 marzo.
La “zona rossa” nei Comuni di Caltanissetta, Palma di Montechiaro, Scicli e Caltavuturo scatta martedì 16 marzo e sarà in vigore sino a martedì 30 marzo.
Cosa sono le “zone rosse” in Sicilia
In particolare, sarà vietato l’accesso e l’allontanamento dal territorio comunale, con mezzi pubblici o privati. Previsto, inoltre, il divieto di circolare, a piedi o con qualsiasi mezzo pubblico o privato, tranne che per: comprovate esigenze di lavoro; acquisto di generi alimentari e beni di prima necessità; ragioni di natura sanitaria; stato di necessità; usufruire di servizi o svolgere attività non sospese.
Stop anche alle attività didattiche e scolastiche (di ogni ordine e grado) e degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità.
Consentito, invece, il transito, in ingresso e in uscita, dai due Comuni, per gli operatori sanitari e socio-sanitari, per il personale impegnato nella assistenza alle attività inerenti l’emergenza, nonché esclusivamente per l’ingresso e l’uscita di prodotti alimentari, di prodotti sanitari e di beni o servizi essenziali.
Consentita l’entrata e l’uscita dai due paesi esclusivamente per garantire le attività necessarie per la cura e l’allevamento degli animali, nonché per le attività imprenditoriali non differibili in quanto connesse al ciclo biologico di piante.
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