Raiden e Midna si raccontano a SiciliaLive: quattro chiacchere con la coppia di PlayerInside, tra gli youtuber più seguiti e amati d’Italia.
SiciliaLive intervista Raiden e Midna: Youtube stars di PlayerInside
Se ti piacciono i videogames avrai sentito sicuramente parlare di loro, di PlayerInside. La fama di Raiden e Midna, all’anagrafe Gianluca Verri e Maria Elisa Calvagna, ha varcato da anni ormai i confini nazionali e il loro canale Youtube – che conta quasi 700mila iscritti – ne è la testimonianza.
Noi di SiciliaLive abbiamo deciso di intervistare PlayerInside perché rappresentano un’eccellenza per la nostra Isola: due cervelli made in Catania e non in fuga che hanno trasformato la profonda passione videoludica in lavoro e successo.
L’intervista di SiciliaLive a PlayerInside
Come nasce PlayerInside?
PlayerInside nasce dalla voglia di condividere con il pubblico qualcosa di nostro, in primis la passione per i videogiochi e l’esperienza che avevamo già maturato in quest’ambito. Poi tutto, dal 2012 ad oggi, si è evoluto in qualcosa di grandissimo. Per definire ciò che facciamo oggi – e che abbiamo fatto nel corso degli anni, con le varie evoluzioni – potremmo dire che si tratta di uno “show”, su Youtube e Twitch, che parte dai videogiochi e che tocca anche altri temi, la nostra vita, le nostre esperienze. Sempre con il sorriso e con la leggerezza di chi vuole condividere, tra le altre cose, anche qualche momento di spensieratezza. Misto a riflessione e tematiche anche importanti.
A cosa ricollegate il vostro successo e qual è stato il momento in cui ve ne siete accorti?
Quando abbiamo cominciato ad avere richieste di foto e gente che ci riconosceva in giro per la nostra città, Catania. Oggi non c’è una volta in cui, uscendo di casa, non capiti qualcuno che ci riconosca e che si trattenga a scambiare qualche chiacchiera con noi. Ed è fantastico e al contempo “normale”. Ma nell’ormai lontano 2013 tutto ciò ci faceva un certo effetto. E anche oggi ci emoziona, intendiamoci, ma in modo senz’altro più consapevole e “gestibile”.
Come prende vita il libro? Com’è stato scriverlo?
Scrivere il nostro libro è stata un’esperienza eccezionale. Abbiamo raccontato la nostra vita non lesinando informazioni, cenni storici e memorie su ciò che trattiamo ogni giorno sui nostri canali social: i videogiochi. Scrivere ci è venuto naturale, spontaneo, di getto. Il tempo necessario per produrre il libro di PlayerInside è stato impiegato più che altro a tagliare via e riassumere molte parti, poiché dovevamo rientrare in una precisa e limitata foliazione. Altrimenti, se fosse stato per noi e in base a tutto ciò che avremmo avuto da raccontare, il libro avrebbe avuto oltre cinquecento pagine.
La più grande soddisfazione in tanti anni di PlayerInside?
Tante. Tantissime, in verità. Talmente tante che siamo arrivati al punto di non ricordarne qualcuna, così su due piedi. Ma per citarne alcune e volendo dividere tali “soddisfazioni” in due macrocategorie, ovvero quelle dal valore più emotivo e quelle più legate al nostro ambito lavorativo, potremmo dire che se da un lato la più grande soddisfazione è vedere praticamente ogni giorno facce contente quando chi ci segue ci incontra, pieni di quell’entusiasmo che è andato crescendo negli anni, dall’altro lato essere su Topolino, essere stati invitati ai più importanti eventi legati al nostro ambito, negli Stati Uniti e in molte città d’Europa, essere stati inseriti in un paio di videogiochi, essere stati a contatto con celebrità del nostro settore e di Hollywood ed essere stati nominati più volte “i migliori content creator a tema gaming di Youtube Italia”. Tutto questo ci inorgoglisce davvero moltissimo e non riusciremmo a dire che cosa, tra tutte queste bellissime cose che ci sono capitate, sia quella più soddisfacente.
Quali consigli dareste a chi volesse intraprendere la vostra stessa strada?
Fate ciò che vi piace e mettetevi in testa di migliorare prendendo spunto da chi ce l’ha fatta, ma senza plagi spudorati. Evitate, soprattutto, di fare gli arrivisti puntando a cogliere in fallo altri colleghi solo per approdare al successo più velocemente. Evitate le frecciate e cercate di non covare il livore di chi vuole mettere in cattiva luce chi ha più numeri solo per trarne vantaggio. Siate affamati, ma siatelo con rispetto. E se proprio volete prendere di mira qualcuno, fatelo da adulti, con nomi, cognomi e critiche circostanziate, senza accanimenti.
Siamo del parere che quando si fanno le cose in buona fede, si può anche essere un tantino tracotanti. Ma quando questa tracotanza si trasforma in arroganza non è mai buono. E il pubblico se ne accorge.
E, assai importante, abbiate rispetto per il vostro pubblico, sia che abbiate i grandi numeri, sia che vi seguano in quattro. Ma non prostrandovi continuamente a ciò che il vostro pubblico vorrebbe da voi (i vostri contenuti dovete deciderli voi e solo voi, semmai protendendo l’orecchio a consigli che possano giovarvi) bensì trattando con rispetto tutti quelli che vi seguono. Non guardate a chi vi guarda solo come a dei numeri, ma come a persone che condividono il loro tempo con voi, e che lo impiegano per voi.
Ah, ed evitate la retorica populistica. Funziona. Funziona maledettamente bene. Ma fa schifo.
Progetti futuri PlayerInside?
Tanti. Nuove rubriche, anzitutto, alcune delle quali non abbiamo potuto realizzarle negli ultimi due anni causa pandemia prima e un periodo difficile per noi dopo (a livello familiare, una triste scomparsa ci ha segnato molto, purtroppo, nel 2022) e tante cose fuori di testa e sopra le righe. Ci cimenteremo molto di più anche su altri social, puntando sui “reel” su Instagram, Facebook e TikTok e su nuovi progetti non legati ai videogiochi. Usciremo ancora di più dalla nostra zona di confort. Ci sarà da divertirsi, da faticare e da spendere (o meglio: “investire”). Ma “o così o niente”.
Che rapporto avete con la Sicilia?
Un ottimo rapporto. Siamo molto legati alla Sicilia e a Catania in particolare, ovvero la nostra città. Anche quando contestata, bistrattata e schifata da tanti nostri concittadini, talvolta parzialmente a ragione, non riusciamo ad odiarla. Ci piace praticamente tutto di Catania, per quanto, chiaramente, nel confronto con l’altra città in cui ci rechiamo spesso durante l’anno, ovvero Milano, esca con le ossa rotte sul fronte degli eventi culturali e per quanto riguarda i servizi. Ma Catania, a differenza di molte realtà del sud Italia, ha saputo – pur con mille impedimenti fisiologici e congeniti – tenere il passo con altre città più importanti e rinomate. E, con i suoi mille difetti, si lascia amare.
È stata una scelta quella di rimanere? Quanto ha inciso vivere nell’Isola lavorativamente parlando?
Assolutamente una scelta. Volevamo prendere casa a Milano, qualche anno fa, ma poi abbiamo creato lo studio qui a Catania e, soprattutto, ci siamo resi conto che rimanere qui, con le nostre abitudini, i nostri affetti e… la nostra casa di proprietà non ci avrebbe precluso – se non in minima parte – le opportunità lavorative. Facciamo un lavoro che si potrebbe svolgere pure sulla luna, se ci fosse la connessione ad Internet. Nel nostro mestiere non ha quasi alcuna importanza dove ci si trovi e da dove si “trasmetta”. E proprio questo è il bello: puoi vivere dove vuoi, l’importante è organizzarsi all’interno di quattro mura per fare il proprio lavoro e fare entrare il mondo in casa propria (virtualmente parlando).
Certo, a Milano qualche invito in più a qualche serata o evento a tema con il nostro lavoro lo avremmo e non neghiamo che la scocciatura di prendere l’aereo anche più volte in un mese per recarsi a qualcuno di questi eventi “in formato fisico”, si fa sentire. Ma siamo ancora relativamente giovani ed insospettabilmente energici. Per quanto anche contraddittoriamente comodisti e talvolta persino pigri (tranne che nel lavoro).
Una cosa che adorate e una che cambiereste all’istante della nostra terra affinché sia un posto migliore…
Adoriamo l’Etna, naturalisticamente parlando. Adoriamo il modo in cui viene vissuta la nostra città.
Non ci piace il degrado di certe zone, la sporcizia in aumento ultimamente e la rassegnazione di tanti nostri conterranei che pensano che la nostra terra non si possa cambiare a partire da noi stessi, aspettando piuttosto qualcuno che dall’alto compia il miracolo, sia esso il governo o qualcosa di più trascendentale. Ci vorrebbe più iniziativa, ci vorrebbero più iniziative. Più energia nel far rispettare i propri diritti di cittadini che, nel caso di Catania, sono sempre a un passo da condizioni di vita migliori, a livello di città, ma che poi si perdono spesso in diatribe futili.
D’altronde, mentre in Francia scendono in piazza incavolati neri per la riforma delle pensioni, noi siamo ancora qui a discutere dell’eterno dilemma che divide catanesi e palermitani: “si dice arancino o arancina”?
Edward Agrippino Margarone nasce nell’estate di Italia ’90. Cresce a Mineo dove due grandi passioni cominciano a stregarlo: lo sport e la musica. Giornalista e laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni, ha coordinato diverse redazioni prima di fondare SiciliaLive. Based in Catania, il suo nome è sinonimo di concerto: se andate a un live, con ogni probabilità, lo trovate lì da qualche parte.