I Fask si sono esibiti a Catania, con un live in acustico e carico di emozione. Da “Cavalli” ad “Animali notturni”, la band di Perugia ha ripercorso e festeggiato i dieci anni di carriera.


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I Fask riportano la musica a Catania: “Ci siamo visti per stare meglio”

“Siamo i Fast Animals and Slow Kids e veniamo da Perugia”. Comincia così, come da dieci anni a questa parte, il concerto live di una delle band alternative rock italiane più vivaci del panorama musicale italiano contemporaneo. I FASK, che questa estate hanno attraversato tutta l’Italia con il loro tour Dammi più tempo”, si sono esibiti il 26 agosto a Catania, aprendo la seconda edizione del Wave Summer Music.

Il Festival musicale, organizzato da Giuseppe Rapisarda Management, che ha già visto esibirsi Aka 7Even il 28 agosto e Ketama126 il 30 agosto, continuerà con Max Pezzali (7 e 8 settembre), Emis Killa & Jack La Furia con Il Tre e Random (13 settembre), Michele Bravi (14 settembre) e Gazzelle (15 e 23 settembre). 

Un live acustico, ma energico

A due anni di distanza dal loro ultimo concerto nell’Isola, i FASK sono tornati in Sicilia con un live rivisitato in chiave acustica e con l’obiettivo di ripercorrere i loro dieci anni di carriera. Dal 2011 ad oggi, la band di Perugia ha pubblicato cinque album (“Cavalli”, “Hybris”, “Alaska”, “Forse non è la felicità”, “Animali Notturni”): il sesto, anticipato dai singoli Come un animale, Cosa ci direbbe, Senza deluderti e intitolato “È già domani”, uscirà il 17 settembre 2021.

Vera e propria band da palcoscenico, per questo tour e per via dell’emergenza sanitaria ancora in corso, i Fast Animals and Slow Kids hanno scelto di suonare in acustico (ad eccezione dell’ultimo brano, dove sono tornati per un attimo gli strumenti elettrici), presentando al pubblico un live certamente più “addomesticato” ma non per questo meno energico.

Aimone Romizi (voce, chitarra e percussioni), Alessandro Guercini (chitarra), Jacopo Gigliotti (basso), Alessio Mingoli (batteria e seconda voce), ai quali si aggiunge Daniele Ghiandoni alle tastiere e alla chitarra, mantengono infatti con il pubblico un rapporto intenso, intimo. Sembra di stare in mezzo a un gruppo di amici, dove si scherza, si beve whiskey, ma soprattutto ci si racconta. Con pudore, con umiltà e con tutta la sincerità di questo mondo.

E ci si racconta partendo dagli esordi.

Da “Cavalli” ad “Animali notturni”

Dopo i primi brani (Animali notturni e Come un animale), la band comincia con il primissimo album “Cavalli”, pubblicato nel 2011, prodotto da Andrea Appino, frontman della band toscana The Zen Circus, e pubblicato dall’etichetta Iceforeveryone. Di questo album, i FASK scelgono di eseguire il brano Copernico. Si passa poi ai pezzi Troia e A cosa ci serve, appartenenti al fortunato “Hybris”, album pubblicato nel 2013 da Woodworm e registrato al Macchione studio, ai confini tra Toscana ed Umbria. L’album ricevette il riconoscimento come migliore album italiano dai lettori di La Repubblica XL.

Arriva troppo in fretta il turno di “Alaska”, il terzo disco della band pubblicato nel 2014. Viene definito come un album affettivamente importante, nato durante il tour del precedente album e registrato in un mese, in una casa sopra il lago di Montepulciano. Coperta, Come reagire al presente e Il mare davanti sono i brani prescelti per raccontare le sonorità di questa terza pubblicazione, dove l’Alaska rappresenta “un luogo lontano da tutto, che viene cercato, ma che fa paura. Un posto in cui è necessario stringersi e fare gruppo, per scaldarsi e reggere l’onda d’urto che viene da fuori”.

Tocca poi a Tenera età e a Forse non è la felicità raccontare del quarto album intitolato “Forse non è la felicità”, pubblicato nel 2017 e anticipato dal singolo Annabelle, cantato in coro dal pubblico ma grande assente durante il concerto. Si arriva, così, all’ultimo album pubblicato nel 2019: “Animali notturni”, prodotto sotto l’etichetta Warner Music Italy e realizzato con la collaborazione del produttore artistico Matteo Cantaluppi. Di questo disco, il pubblico ascolterà per la prima volta live (il tour saltò a causa della pandemia) Canzoni tristi e Non potrei mai.

“Ci siamo visti per stare meglio”

Il concerto si avvia alla conclusione con il brano Cosa ci direbbe, primo featuring della band ed eseguito senza Willy Peyote. Il vero finale – emozionante, schietto, vero – arriva però con la stessa frase che ha aperto il live a cui segue, stavolta, un abbraccio caldo travestito da un applauso, lungo e fragoroso. Il pubblico, per la prima volta durante tutto il live si alza in piedi, e un gesto, fino a due anni fa ordinario, riempie il cuore di tutti, sopra e sotto il palco.

Ma c’è spazio per un brano ancora, per “trenta secondi di rock”, con l’ultimissimo singolo dal titolo Senza deluderti. Gli strumenti elettrici tornano sul palco e Aimone Romizi comincia a saltare da una parte all’altra, fin sopra gli sgabelli, come ai vecchi tempi. “Ci siamo visti per stare meglio dentro. Vi chiedo di aspettarci, di non abbandonarci”. E se una cosa è certa, a fine serata, è che nessuno abbandonerà i FASK, perché quando qualcuno ti apre il suo cuore e ti racconta una storia, la sua storia, non puoi che esserne grata. E non vedi l’ora di ascoltare il resto.

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